img_come_evitare_gli_incubi_4332_300Nella follia trova sé stesso.

Saltella alla ricerca di un pensiero in un campo di cocomeri.

Culla tra onde, moto perpetuo.

Avvolgente nell’arte del contrabbando, incute timore quando urla.

Pretende ascolto e sa ascoltare, sabbia dalla prima stella che guardi al tramonto.

Nel calmo incedere la sua forza, mente quando tace.

Equilibrista sul filo dell’orizzonte, scalatore appeso a gocce di pioggia.

Affannosa salita su gradini di petali, si sporge al balcone del palazzo di scheletri.

Disegna l’ottavo colore dell’arcobaleno, pigmenti di tolleranza uguali per tutti.

Passeggia fra occhi nemici, trasporta una mano da tendere.

Nulla maledice più di ciò che ha amato, l’odio si assopisce e si smette di elargire rabbia.

Prova a sorridergli.

Libero da pensieri di zucchero, imbraccia un fucile scarico.

Pallottole senza l’ogiva riempiono corpi fumosi e sterili.